Il magma della disparità di genere ribolle.
Sotto le città, sotto le leggi, sotto i vostri tavoli lucidati a potere.
È vivo, respira, e conosce i nomi delle donne
che avete lasciato sul selciato per continuare a sedere comodi.
Ogni assenza è una ferita.
Ogni nome non detto è un atto politico.
Ogni corpo dimenticato genera coraggio.
Noi non chiediamo spazio:
lo creiamo, lo pretendiamo, lo incendiamo.
Non vogliamo i vostri inviti,
i vostri tavoli, le vostre “opzioni” di grazia.
Vogliamo la rifondazione del terreno stesso
su cui avete costruito la vostra superiorità.
Il magma non è metafora: è la materia della giustizia.
È il ritorno del non ascoltato,
del non riconosciuto,
del non permesso.
Ogni voce esclusa diventa lava.
Ogni gesto di dominio diventa cenere.
E da quella cenere nascono le mani
che scrivono, che scavano, che parlano ancora.
Noi siamo il magma.
Non più sotterranee, non più addomesticate.
Bruciamo per rinascere,
e nel nostro calore —
finalmente —
si scioglierà il mondo che ci negava.
Lambda, 20 ottobre 2025
